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domenica 21 settembre 2025

RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

La calura

di Marco Celati - domenica 21 settembre 2025 ore 08:00

I ricordi sono memorie. E vanno e vengono, come i sogni, come le nuvole, come le parole. Come le persone e gli amori. Come i piaceri e i dolori, la tristezza e l’allegria. Come i soldi che ti frughi e non ci sono. Come i rebus irrisolti che vai a spiare la soluzione e non vale più. O come quando dici, con l’amore ho già dato. E la tua cerimonia mattutina del tè. Ogni giorno potrei aggiungere un “come”, un “quando” e l’elenco sarebbe infinito. È la manutenzione ordinaria e straordinaria di vivere. E farne qualcosa.

Anche stanotte farà caldo. Questa notte d’estate che la luna è uscita e accende i nuvoli sopra il condominio, mentre i lampioni accompagnano il buio della piazza. Vedo un geco arrampicarsi sul muro che cinge le siepi arruffate e, in mezzo alle case, quel poco di verde ed erba tagliata tra resedi di terra rugginosa e sterpaglie. Dai terrazzi si sente il brusio afoso dei condizionatori e lontano, in sottofondo, un rumore di strade. Un gatto silenzioso spia dal giardino, nella sinfonia intermittente dei grilli notturni. Tacciono i cani.

Intanto su per le colline le processioni di cipressi svettanti e gli ombrelli aperti dei pini se ne staranno nella quiete, in chiaroscuro, sotto la luna nuvolosa. Perfino qualche stella ci sarà, rara a vedersi nella calda foschia, sui campi bruni e riarsi che discendono la valle, tagliata da fossi asciutti e dalla profonda, alberata e tortuosa, ferita secca del fiume. E gli animali notturni, errabondi della terra e dell’aria, in cerca di prede, seguiranno i percorsi segreti. Timidi e rapaci.

Nelle case in collina o nei paesi della piana persone dormienti o insonni, sole o insieme saranno immerse nella notte, affrontando il tempo e la vita, inerte o allietata che sia, minacciata dal dolore e dal timore di soffrirne e di perderla.

E io prego le divinità assenti della terra e del cielo, prego il Dio oscuro del buio e della notte, di scendere su di noi per grazia immeritata, asciugare i nostri sudari, consentirci un sonno ristoratore. Lo invoco di ripararci dal vuoto, dalle ingiurie del tempo, dalla rivalsa della natura, risparmiandoci le sacrosante bestemmie sugli uomini ed il mondo. Per chi sta male lo prego. E per chi sta bene. E lo scongiuro, lo scongiuro, se non di salvarci, di perdonarci o almeno compatirci. Non fosse che a volte ne abbiamo fatto perfino buon uso, verrebbe da rendervi, o Dei, il fuoco che un tempo vi fu sottratto per noi.

Pontedera, Agosto 2025

Marco Celati

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