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RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

I palloncini

di Marco Celati - martedì 05 marzo 2019 ore 14:01

Chissà dove vanno a finire gli amori che finiscono. Dove? Me lo sai dire? Forse se ne volano via, come i palloncini quando sfuggono di mano ai bambini. Così cantava Rascel. Ma tu che ne sai di Renato Rascel!

Un giorno di diversi anni fa, c’era una manifestazione in una piazza di questa città e dovevamo lasciare andare dei palloncini con dei messaggi di pace verso il cielo, sperando che anche la terra li ricevesse in qualche modo. Portammo i gemelli e quando si trattò di lasciarli andare, i palloncini non i gemelli, non è che piacesse loro granché. Andrea rimase a guardarli stupito, mentre volavano sempre più in alto, lontano lontano, nell’azzurro, dove ci sono solo le nubi e più niente. E Luca piangeva la vita tagliata perché se ne andavano via per sempre e anche il suo diventava un puntino colorato nell’aria.

Ho fatto di peggio quanto a ciò che nella vita si lascia e si perde, anche ai figli. La vita è così. In realtà siamo noi così. In realtà sono io. E ora, se penso all’amore, mi viene a mente questa immagine e mi tornano questi ricordi. Tanti messaggi di buone intenzioni e speranze che volano via e forse qualcuno li raccoglierà dopo il sacrificio di quel palloncino o forse andranno persi per sempre. In fondo dovremmo pensare che solo il seme che muore dà il suo frutto alla terra. Ma ciò non ci assolve.

Ho passato l’aspirapolvere e il cencio. Arriva la benedizione pasquale nelle case. Non sono credente, però mi va bene. Ma perché tutta questa polvere? Da dove viene? Sono i nostri ricordi, le nostre vanità? Sono gli anni, siamo noi? Sarà che dovrei pulire più spesso? Forse la polvere è il tempo che si stratifica e ci ricopre. E sai cosa penso? Che più che corpi leggeri che salgono in cielo, liberi e fluttuanti, nello spazio, verso una nuova libertà, questo diventano gli amori finiti: polvere che arriva dal niente per calarsi su tutto, ostinata e grigia. É nella polvere che ci avvolge che vanno a finire gli amori, non nel cielo con i palloncini. E non so dirti se anche gli amori mai nati, alla fine saranno polvere. Forse sarebbero più la benedizione dell’acqua santa. Ma chissà come dovrebbe essere, come sarebbe potuta andare la vita.

Che poi anche la vita te la raccomando, un poeta americano, sporcaccione di fama e di ammissione, scriveva “riprendo a camminare e mi chiedo dove/ va a finire la vita/ quando si ferma”. E anche “come Dio ha detto,/ accavallando le gambe,/ vedo che ho creato fin troppi poeti/ ma non altrettanta/ poesia”. E aveva perfettamente ragione, il vecchio Bukowsky alias Chinaski. Sta su un libro uscito con il titolo “Sull’Amore”. E sull’amore e sulla vita un’amica mi dice è solo vita, dobbiamo preoccuparci della salute, del clima impazzito e della recessione economica, non dell'amore. Che è anche giusto, ma chissà. Perché forse gli amori che si perdono tornano nel nostro cuore incandescente, finché brucia. O si raffreddano come cenere, dopo la fiamma ed il fuoco. Nessuno può dirlo, nessuno lo sa.

Pontedera, Febbraio 2019

“I palloncini” dipinto dell’autore

Marco Celati

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