Roberto Fanari nel regno dei cieli e delle nuvole
di Riccardo Ferrucci - giovedì 10 ottobre 2019 ore 07:30
Abbiamo incontrato a Milano presso la Fondazione Messina l’artista Fanari che ha esposto in questa sede i suoi più recenti. e inserendo. Roberto Fanari nasce a Milano nel 1957, dove vive e lavora. Dopo aver proposto negli ultimi anni un importante ciclo di mostre monografiche all’estero, a partire dalla prestigiosa Basel Scope di Basilea nel 2014 per culminare con l’elegante e cosmopolita Arte Fiera “Realism” di Amsterdam del 2016, Fanari ha anche avuto il riconoscimento di una personale alla Deleen Art di Rotterdam (2015 e 2016) e alla Rotterdam Art Fair (2015 e 2016), che facevano seguito alle mostre italiane di Piacenza (Galleria Biffi Arte, 2015); Pietrasanta (Palazzo Panichi, 2013) e Lucca (L.U.C.C.A. Museum e Villa Bottini, 2013). Nel luglio 2015 espone una selezione di nuove opere presso la Fabbrica del Vapore di Milano, dal titolo “Hanging LANDSCAPES , Laboratorio visivo di tecniche del contemporaneo”, dando vita ad uno spazio articolato dove produzione artistica e azioni hanno coinvolto studenti, giovani, creativi, critici e giornalisti.
Come nasce l’idea del “Cielo Ritrovato” una mostra che viene ospitata alla Fondazione Messina ?
Mi ha invitato la direttrice del Museo dopo aver visto le mie opere nel mio studio. Ho cercato di creare delle opere specifiche per questo luogo e il cielo mi è quasi venuto incontro per suggerirmi di realizzare questo lavoro.
Il tema del cielo e delle nuvole era anche protagonista di una recente mostra che hai realizzato in Portogallo. Ci parli di questa tua esperienza ?
Ho un rapporto molto bello con il Portogallo, avevo già esposto a Lisbona e adesso questa mostra che ho realizzato a Ponte De Sor cerca di affrontare il tema del cielo e delle nuvole come assolute protagoniste della scena, non come elementi di supporto. E’ stato molto interessante anche realizzare con i giovani delle scuole dei laboratori artistici, dove ho cercato di trasmettere la mia esperienza ed il mio modo di lavorare.
In questa mostra milanese presenti dei lavori realizzati con tecniche diverse. Dai dipinti molto leggeri in acrilico a delle opere scultoree in bronzo. Come riesce a coniugare questi modi diversi di operare ?
Credo che la tecnica che si utilizza è soltanto un pretesto, segue sempre un’idea e una visione che ha l’artista e cerca di realizzare nel modo più consono. Nel mio procedere artistico posso usare indifferentemente il video, il bronzo, la carta per cercare di dare una forma ai miei sogni e alle mie utopie. La fotografia, il cinema, il web, le riviste, ecc. sono tutti molto importanti per prendere spunti e ispirazione. Mi piace molto andare in cerca di curiosità in giro per i mercatini delle pulci. Le idee arrivano così, in ogni momento può nascere un lavoro.
Sei un’artista molto attivo, ci puoi parlare dei tuoi prossimi impegni ?
Preferisco non annunciare i miei progetti futuri, anche perché quando ci confrontiamo con istituzioni pubbliche non abbiamo mai la certezza che un progetto si realizzerà nei modi e nei tempi previsti. Ho un progetto particolare per Firenze, ma non vorrei aggiungere altro finche non sono decisi gli spazi e le date.
Se facessimo una visita al tuo studio cosa troviamo sul cavalletto ?
Prima di tutto troverete una grande confusione, perché sto portando avanti molti lavori contemporaneamente. Adesso sto tornando a lavorare ai mie paesaggi invisibili, dove utilizzo un colore unico, spesso il nero, per queste opere monocrome. Inoltre sto progettando delle sculture che riportano in primo piano la figura, dopo un tempo più dedicato alla raffigurazione paesaggio.
Riccardo Ferrucci