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Attualità venerdì 09 aprile 2021 ore 16:34

Requiem per le uve bruciate dal gelo

Gli effetti della gelata
Gli effetti della gelata

Dalle cime di Garfagnana alle coste della Versilia passando per la Piana, le viti ma non solo hanno subito gravi danni dalle basse temperature



PROVINCIA DI LUCCA — Il freddo artico ha mandato in tilt l’agricoltura lucchese dalla Garfagnana alla Piana e alla Versilia. A preoccupare sono le condizioni soprattutto delle viti che si trovano in una fase molto delicata del loro ciclo vegetativo. L’abbassamento delle temperature sotto zero tra la notte del 6 e del 7 aprile ha danneggiato una fetta importante della prossima uva. A poco è servita la coraggiosa contromisura messa in campo dai viticoltori che in diverse zone della costa sono ricorsi all’utilizzo della paglia bagnata per riscaldare le viti. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’ondata di freddo artico sulla provincia di Lucca.

Ma preoccupazione c'è anche per gli alberi da frutto, sollecitati dalle temperature miti dei giorni scorsi e il cui risveglio è stato tormentato. Oltre a frutta e verdura a rischio ci sono le coltivazioni più precoci di mais, che potrebbero dover essere riseminate. Fuori dal riposo invernale e, pertanto, più sensibili al gelo, ci sono poi gli olivi. Coldiretti ha chiesto alla Regione Toscana lo stato di calamità naturale e informa le imprese che sul sistema Artea, fino al 30 aprile, sarà possibile segnalare i danni subiti.

“Paradossalmente – spiega Andrea Elmi, presidente Coldiretti Lucca - il rialzo anomalo delle temperature registrato nelle scorse settimane è stato l’innesco per i danni odierni in quanto le piante avevano accelerato il ciclo vegetativo. I germogli, soprattutto delle varietà precoci, sono ghiacciati e questo significa un calo della produzione di uva che a sua volta significa un calo di prodotto finale. Il quadro complessivo è preoccupante - ammette - e questa gelata rende ancora più complicata la ripresa di un settore, come quello del vino, che è stato già fortemente penalizzato dalla chiusura di bar e ristoranti”.


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