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Attualità lunedì 18 settembre 2017 ore 12:03

Miele, produzione in picchiata

Annata drammatica per il miele lucchese. Lunghissima la lista di imprevisti che hanno dovuto affrontare gli apicoltori. L'analisi di Coldiretti



LUCCA — Annata drammatica per le api e per il miele lucchese. La lista di imprevisti che hanno dovuto affrontare gli apicoltori è lunghissima: siccità, varroa, gelate primaverili, insetti alieni e fioriture anticipate

Coldiretti parla di un calo di produzione che tocca l'80 per cento: "L’annata degli alveari, in provincia di Lucca, così come nel resto della Toscana, sarà ricordata come una delle peggiori di sempre con produzioni più che dimezzate, in alcuni casi addirittura azzerate (-80 per cento). Le prima avvisaglie c’erano già state in estate con la siccità arrivata dopo le diffuse gelate primaverili che avevano già lasciato intravedere gli effetti inaspettati di un’altra stagione anomale. A fornire il quadro è Coldiretti sulla base della ricognizione tra le imprese associate". 

“Quest’anno – analizza il direttore di Coldiretti Maurizio Fantini – oltre ai problemi cronici del settore come la varroa e la vespa vellutina, si è aggregato il clima con fioriture anticipate e gelate primaverili che hanno mandato in tilt le api. Poi è arrivata l’estate, tra le più calde che si ricordi con la siccità: condizioni estreme che hanno impedito alle api di produrre miele e ai produttori di poterlo raccogliere. Per l’acacia in particolare che è una delle produzioni Dop più apprezzate”.

Ma anche il miele di castagno ha subito una drastica riduzione così come il millefiori: “La produzione di acacia sarà quasi pari a zero – commenta ancora Fantini– mentre siamo riusciti a salvare il miele di castagno anche se avremo meno della metà del prodotto in commercio. E’ un’annata storta”. 

A causa della siccità i fiori non secernono più nettare e polline e gli apicoltori, per scongiurare la moria degli alveari, sono stati costretti a nutrirle con speciali sciroppi di glucosio e fruttosio: “oltre al danno – spiega ancora il Direttore degli agricoltori - la beffa di maggiori costi di produzione che gli apicoltori hanno dovuto sobbarcarsi per salvare le colonie di api che vivono negli alveari”.

La frenata alla voce produzione apre le porte alle importazioni di miele straniero (+13 per cento nel 2016) in particolare da Cina, Ungheria e Romania. Allora come riconoscere il miele tricolore? “Attraverso l’etichettatura obbligatoria – conclude Fantini – poiché dal 2004, grazie alla nostra battaglia, deve essere indicato il paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Quindi occhio all’etichettatura per non acquistare miele straniero”. La parole “Italia”, infatti, deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso dell’import del miele da più paesi dell’Unione Europea, il consumatore dovrà trovare l’indicazione miscela di mieli originali della Ce o miscela di mieli non originari della Ce”.


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