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Attualità venerdì 25 novembre 2022 ore 18:50

Salumi, dolci e vino, rinunce a tavola contro il caro vita

carrello della spesa

Una famiglia su due taglia sul carrello della spesa per fronteggiare l'inflazione. Ecco di cosa si fa a meno. Gli aumenti dei prezzi città per città



TOSCANA — Sono carne, dolci, alcolici e salumi i prodotti a cui una famiglia toscana su due rinuncia in particolare per far fronte all'impennata dei costi per via di inflazione e caro bollette: è quanto emerge dal primo rapporto Coldiretti/Censis "Gli italiani e il cibo nelle crisi e oltre", in cui si prevede una maggior spesa annua per i toscani di 500 milioni nel complesso, e di 775 euro in più a nucleo

Gli importi sono calcolati sulla base dell’indice dell’inflazione dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche che a Ottobre ha raggiunto il 13,9%. La spesa totale annua per i generi alimentari e bevande analcoliche passa da 5.621 euro del 2021 agli attuali 6.396 euro secondo l’elaborazione di Coldiretti sui dati Istat.

"Con l’inflazione che ha colpito duramente i beni alimentari al consumo, il 47% degli cittadini è stato costretto a tagliare le quantità di cibo acquistato – spiegano Coldiretti e Censis – ma se si considera la fascia di popolazione a basso reddito, la percentuale sale addirittura al 60%, mentre per i redditi alti si scende al 24%".

Accanto a chi è stato costretto a mettere meno cibo nel carrello per far quadrare i bilanci domestici, c’è poi un 37% di toscani che ha preferito risparmiare sulla qualità: il 46% nel caso dei bassi redditi e appena il 22% per quelli alti, in un dato che rende evidente il food social gap. Adulti e giovani tagliano molto di più degli anziani, e 6 toscani su 10 tra coloro che tagliano gli acquisti sono convinti che questa situazione durerà almeno per tutto il 2023.

A cosa si rinuncia di più

Nella classifica dei prodotti più colpiti dalla scure dei consumatori ci sono al primo posto gli alcolici a cui ha detto addio del tutto o in parte il 44% dei toscani proprio come avviene per i dolci, (ancora 44%), mentre al terzo ci sono i salumi (38,7%) subito davanti al pesce (38%) e alla carne (37%). 

Ma il carovita porta addirittura a ridurre gli acquisti di alimenti per bambini, con il 31% di persone che ne compra di meno. I meno colpiti sono alcuni prodotti base della dieta mediterranea come frutta (tagliata del 16% dei consumatori), verdura (dal 12%) e pasta (dall’11%).

Tra le tecniche di risparmio più comuni, rilevano Coldiretti e Censis, c’è la compilazione della lista della spesa (81% dei toscani) per evitare acquisti d’impulso. Cambiano anche i luoghi dove acquistare i prodotti alimentari, con il 72% che opta per i discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta.

Viaggio nel caro prezzi in Toscana

Non ovunque in Toscana la corsa dei prezzi marcia alla stessa velocità. Se in generale sul territorio regionale l'inflazione a Ottobre del +13,9% ha superato la media nazionale del +13,5%, fra le varie province le differenze sugli aumenti dei prezzi per i prodotti alimentari e le bevande alcoliche sono anche significative.

La provincia meno colpita dall'inflazione d'Ottobre risulta Lucca con il +11,3%, seguita da Pisa (+12,6%) e Livorno (+13,1%). Sopra la media italiana ma non oltre quella toscana si colloca Siena (+13,7%), mentre la prima provincia toscana a superare entrambe le asticelle è Massa-Carrara (+14,2%).

I prezzi svettano poi a Firenze (+14,5%), ad Arezzo (+15%) e a Pistoia (+15,4%). La provincia di Grosseto è quella in cui i rincari si sono fatti più sentire: lì l'inflazione registrata a Ottobre risulta del +16,2%.

L'analisi

“Le difficoltà delle famiglie si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne, dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari", spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana.


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