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Attualità mercoledì 23 giugno 2021 ore 15:34

"Così il Covid ha piegato noi artigiani"

L'assemblea

Con 44 imprese chiuse nel 2020 a livello provinciale e tanta voglia di ripartire, l'artigianato lucchese ha tenuto la propria assemblea annuale



LUCCA — Crollo del giro d'affari del 33% rispetto al 2019, ristori che hanno coperto sì e no il 25% del fatturato e 44 imprese chiuse: è il 2020 degli artigiani lucchesi nei dati su cui insieme hanno riflettuto nell'assemblea annuale dei delegati di Confartigianato Imprese Lucca svoltasi ieri nella sede di viale Castracani a Lucca e tenuta dalla presidente Michela Fucile con il direttore Roberto Favilla.

Fucile non la manda a dire: "Lo scorso anno è stato veramente tragico, sia per i danni a livello sanitario che per quelli economici subiti da imprese e cittadini. Le piccole e medie imprese sono quelle che hanno subito i contraccolpi più pesanti della crisi, ovvero quelle che hanno dovuto chiudere per decreto". 

Nel complesso, "il comparto artigiano lucchese ha tenuto, mostrando un lieve calo nel numero delle imprese artigiane di 44 unità che porta a quota 11.068 le imprese artigiane attive in provincia a fine dicembre 2020". Bisogna ripartire, e il punto di rilancio potranno essere la cura idrogeologica dei territori e soprattutto le nuove infrastrutture per le quali gli artigiani chiedono un cambio di paradigma.

"Il ponte sul Serchio, l’asse suburbano ad esempio, rispondono senz’altro ad urgenti esigenze di messa in sicurezza e decongestionamento del traffico della città e di alcune aree del territorio. Inoltre - prosegue Fucile - la terza corsia dell’autostrada Firenze Mare tra Prato e Pistoia e il raddoppio della ferrovia almeno fino a Viareggio, ma anche gli assi viari a Lucca, l’asse di penetrazione a Viareggio e il superamento del passaggio a livello sulla via Francesca Romea ad Altopascio restano prioritari. In queste direzioni bisogna quindi accelerare al massimo".

Ancora, la via per la ripresa secondo la presidente di Confartigianato passa per la digitalizzazione integrale del rapporto con la pubblica amministrazione e per il pricipio del once only, ovver evitare di dover ripresentare a ogni pratica sempre le stesse documentazioni. Meno burocrazia, detto in generale, e disboscamento normativo dovranno andare di pari passo con un più snello accesso al credito e con una proporzionalità nei controlli.

“L’Italia potrà rimettersi in moto solo se investirà sugli artigiani e sulle micro piccole imprese che rappresentano il 94% del sistema produttivo", sottolinea Favilla. Poi tocca nemmeno tanto piano un punto caldo, quello del recupero della ex Manifattura Tabacchi nell’area Sud: "Per tale intervento la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha presentato, tramite la società Coima di Milano, un progetto importante di recupero". 

Ebbene, al capitolo parcheggi: "Il progetto prevede anche la realizzazione di oltre 250 posti auto, poco più di quelli attuali; ciò ci lascia perplessi anche perché questo è l’ultimo grande contenitore ove era possibile realizzare, all’interno della città dei parcheggi. Ci lascia riflettere il fatto che un siffatto progetto a meno di 1 anno dalla scadenza di questa amministrazione sia ora sul tavolo anche perché impegna i lucchesi per i prossimi 30-40 anni in quanto gran parte dei proventi derivanti dagli affitti, dai parcheggi vanno a Coima e solo in minima parte alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca", conclude Favilla.


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