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Cronaca lunedì 25 ottobre 2021 ore 12:45

Falsi infortuni sul lavoro, frode da un milione di euro

Un gruppo di aziende alberghiere e della ristorazione ha finto grandi volumi di lavoro, assumendo persone per poi ottenere soldi da Inps e Inail



LUCCA — La Guardia di finanza di Lucca, al termine di un'indagine finalizzata al contrasto delle frodi nel settore della spesa previdenziale, ha scoperto nei comprensori di Mediavalle e della Piana di Lucca un meccanismo creato da un gruppo di aziende che ha consentito a un sodalizio di beneficiare di oltre un milione di euro di indennità, a vario titolo, erogate da Inps e Inail.

L’indagine, coordinata dal Sostituto procuratore della Repubblica di Lucca, Elena Leone è nata da un controllo effettuato in una ditta individuale operante nel settore della ristorazione. Subito sono state ravvisate irregolarità in materia di lavoro riconducibili ad un contesto criminoso più ampio e collaudato.

L’analisi della documentazione ha portato alla luce l’esistenza di un piano strutturato ideato da imprenditori del settore alberghiero e della ristorazione.

In particolare, il gruppo, tra cui anche un commercialista, dopo aver rilevato aziende operanti nel settore ricettivo, anche in luoghi remoti, simulava un’elevata operatività delle stesse per giustificare l’assunzione di numerosi lavoratori ai quali sarebbe spettata la prevista assistenza da parte degli enti previdenziali (Inps e Inail), a fronte di falsi infortuni o lunghi periodi di disoccupazione.

La finanza ha accertato l’emissione ad hoc di numerosi scontrini fiscali per dimostrare i ricavi delle società, rapporti di lavoro fittizi e buste paga predisposte per dipendenti che, nel tempo, sono stati messi alle dipendenze delle entità giuridiche utilizzate per la frode, oltre a finti infortuni sul lavoro.

Il sistema, hanno chiarito dalla finanza, prevedeva l’apertura e la chiusura di svariate posizioni Iva, l’assunzione dei lavoratori con il riconoscimento di alte retribuzioni (mai pagate) e il cambio della sola ragione sociale e del legale rappresentante, il tutto per incamerare soldi pubblici per fatti mai avvenuti (ad esempio gli infortuni denunciati) e rendere difficoltosa la ricostruzione da parte degli organi di vigilanza in caso di controlli.

Tutte le imprese oggetto di indagini non hanno mai pagato imposte ai fini dell’Iva e imposte sui redditi, nonché i contributi previdenziali.


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