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Attualità giovedì 15 dicembre 2022 ore 19:35

Bacino del Serchio, 85% del territorio a rischio

Gaia Checcucci, segretario generale dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Settentrionale e Marcello Brugioni, dirigente Area Pianificazione Assetto Idrogeologico e Frane di Adb Appennino Settentrionale
Gaia Checcucci, segretario generale dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Settentrionale e Marcello Brugioni, dirigente Area Pianificazione Assetto Idrogeologico e Frane di Adb Appennino Settentrionale

Sono 428 i chilometri quadrati in classe di pericolosità P3, potenzialmente instabili. I dati nella presentazione del Piano di assetto idrogeologico



LUCCA — Un territorio fragile, con l'85% in classe di pericolosità P3 come potenzialmente instabile per fattori fisici o propensione al dissesto per un equivalente di 428 chilometri quadrati, e un piano per gestirlo: sono le tematiche affrontate stamani a Lucca, nella sede dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale dove è stato presentato il progetto di Piano di bacino del distretto idrografico dell'Appennino settentrionale, stralcio Assetto Idrogeologico (Pai)

L’incontro, durante il quale sono stati presentati anche i dati relativi alla pericolosità geomorfologica del bacino del Serchio, ha visto partecipare Comuni, enti, società e associazioni del territorio lucchese.

Il Piano ha già ricevuto una prima approvazione in linea tecnica lo scorso 30 Novembre e verrà portato in adozione a Roma nella Conferenza Istituzionale Permanente di fine Dicembre. Interessa I’intero territorio distrettuale (Toscana, Liguria e parte dell’Umbria) che copre 14 province, 455 Comuni e 24.300 chilometri quadrati di territorio

"Si tratta di un’importante innovazione per quanto riguarda la gestione della pericolosità e del rischio dovuto ai dissesti di natura geomorfologica – spiega Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale -: mappe elaborate con criteri omogenei alla scala distrettuale, aggiornamento in continuo del quadro conoscitivo della pericolosità attraverso un programma annuale di riesame delle mappe e un unico pacchetto di norme e indirizzi, applicabile su tutte le aree a pericolosità del distretto, condiviso con le regioni, che ne dovranno garantire il raccordo e la traduzione nel settore urbanistico".

Il bacino del Serchio sotto la lente

Al centro, i dati sul bacino del Serchio che, da un proprio PAI è passato alla nuova impostazione "distrettuale", sia sotto l’aspetto tecnico che normativo. Le statistiche relative alla pericolosità geomorfologica, vedono l’85% del territorio (428 kmq) in classe di pericolosità P3 codice che indica le aree potenzialmente instabili per fattori fisici o propensione al dissesto. Il restante 15% (75 kmq) è in classe P4, ovvero ha dissesti attivi. 

Ugualmente, l’85% dei residenti nell’area (32.936 persone) vive in zone con classe di pericolosità P3 e il restante 15% (5.967) in classe P4. Sul fronte delle aree residenziali sono in classe P3 l’88% e in P4 il 12%; ancora in zona P3 si trova il 63% delle aree commerciali/industriali (il 33% in P4), il totale delle strutture sanitarie e il 96% delle scuole (il 4% in P4). 

Guardando alle infrastrutture, il 96% delle autostrade e Sgc e l’85% delle strade comunali sono in classe P3; peggiore il dato sulle statali e sulle provinciali: per le statali si registra un 75% di strade in classe P3 (quindi un quarto in P4) e per le provinciali il 77% in P3 e il restante 23% in P4.


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