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Attualità mercoledì 28 settembre 2016 ore 11:12

Speleogita, entriamo nella grotta

Domenica 9 ottobre, l'esplorazione delle grotte Apuane alla Tana di Casteltendine sulle pendici del monte Penna di Cardoso a circa 750 metri



CASTELNUOVO GARFAGNANA — Lo Speleoclub Garfagnana CAI vi condurrà alla scoperta di questa particolare grotta, come primo passo per conoscere la speleologia.

Questa attività, anche se sempre più spesso praticata come disciplina sportivo/ricreativa, ha dignità di scienza, e proprio in questa grotta si avvale di varie discipline: geologia, idrologia,archeologia, biologia.

Dopo l’avvicinamento a piedi si verrà guidati in grotta, muniti di casco, luce e una semplice attrezzatura, alla ricerca dell’origine dell’acqua che sgorga copiosa dalla grotta.

L’ingresso della Tana di Casteltendine è affascinante: l’ambiente è cupo ma è ravvivato dalla forza del torrente che sgorga dalla bocca della montagna. L'ampio ingresso della caverna si restringe via via che si procede al suo interno. Armati di casco con luce, ci si potrà inoltrare nella grotta, risalendo il torrente che la percorre. 

Si abbandonerà poi il ramo principale, che è percorribile per 140 metri,per seguire l’acqua nel più stretto ramo di sinistra fino alla cascata. Questo ramo con acqua si estende per quasi 2 chilometri, come ha rilevato il Gruppo Speleologico Bolognese nelle esplorazioni degli anni ’80.

Davanti alla Tana ci sono antichi terrazzamenti: gli scavi che vi sono stati condotti nel ‘74 attestano che è stata abitata fin dalla Preistoria, poi dai Liguri, dagli Apuani e anche dagli Etruschi. 

Oltre a una punta di freccia e a cocci con figure attiche, vi sono stati rinvenuti dei bronzetti ermafroditi,ritenuti oggetti votivi etruschi. Questi reperti, oggi conservati al Museo Civico del territorio di Barga, indicano che la Tana fu frequentata a lungo dall’Eneolitico al Medioevo, verosimilmente a scopo di culto, ricorrentemente collegato alle fertili acque ‘sacre’ che scorrono nell’antro.

Una sorgente di grotta è alimentata da acque carsiche ovvero che, anzichè scorrere in superficie, si muovono all’interno di gallerie naturali nel sottosuolo, più o meno ampie. Questa caratteristica rende le acque carsiche particolari, sia per la loro provenienza che per la loro qualità. Nella giornata sarà svelato il perchè. 


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