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Industria toscana, un declino lungo 15 anni

Nell'arco di 5 lustri si sono persi oltre 2 miliardi di valore aggiunto. In Italia solo 4 regioni a saldo positivo. I dati della Cgia di Mestre

Un declino lungo 15 anni per l'industria toscana, con perdita di 2.025.000.000 euro di valore aggiunto per un dato percentuale del -8,1%. La performance è migliore di quella nazionale del -8,4% e per di più vede la Toscana allineata alla maggior parte delle regioni italiane nel trend di decrescita: solo 4 regioni presentano infatti un saldo positivo nel raffronto fra 2007 e 2022.

A comparare i risultati in termini di vitalità della produzione industriale è stato l'ufficio studi della Cgia di Mestre in un'elaborazione su base dati Istat. Ebbene: "Dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi, gli ultimi 15 sono stati gli anni più difficili per la gran parte dei Paesi occidentali", premettono gli studiosi.

Sotto il profilo internazionale l'Italia affanna più di altri paesi: "Tra il 2007 e il 2022 il valore aggiunto reale dell’attività manifatturiera italiana è sceso dell’8,4%, in Francia del 4,4%, mentre in Germania la variazione è stata positiva e addirittura pari al +16,4%. Tra i principali Paesi europei, solo la Spagna, con il -8,9%, ha registrato un risultato peggiore del nostro".

In questo scenario il -8,1% della Toscana appare sotto un'altra luce, anche perché la perdita registrata nell'area del Centro Italia è stata del -14,2%. A livello regionale sono le imprese della Basilicata ad aver registrato la crescita del valore aggiunto dell’industria più importante (+35,1%) e l'area a percentuale positiva si completa con Trentino Alto-Adige (+15,9%), Emilia-Romagna (+10,1%) e Veneto (+3,1%). Tonfo invece della Sardegna: -52,4% di valore aggiunto nella produzione industriale.

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