Attualità

Import ed export, così la Toscana sulla via della seta

Cresce la penetrazione di prodotti dalla Cina, specie gli intermedi del manifatturiero e in particolare del tessile. Le zone che importano di più

Il tessile è il comparto produttivo toscano su cui l'economia cinese ha maggiore impatto

Manifatturiero toscano sulla via della seta, in un rapporto commerciale con la Cina che si intensifica col passare degli anni, complice l'insediamento della comunità cinese nel tessuto produttivo regionale, moda in primis: è il quadro tracciato da una nota di lavoro Irpet che indaga il valore degli scambi Toscana-Cina in un bilancio fra importazioni ed esportazioni.

Ebbene: ne risulta che la Cina emerge "soprattutto come fornitrice di input intermedi per i sistemi produttivi delle economie avanzate, anche spiazzando alcune specializzazioni locali. È il caso, in Toscana, dell’industria tessile". 

Se in futuro, con la crescita del reddito disponibile delle famiglie cinesi, "la Cina potrebbe diventare un importante mercato di sbocco delle merci toscane, con impatti espansivi sull’economia regionale", ora come ora le produzioni regionali faticano a penetrare il mercato orientale emergente cinese.

I numeri del mercato

La quota di importazioni dalla Cina sul totale delle importazioni dirette di beni è passata dal 3,9% del 2000 al 10,0% del 2010, anno a cui è seguito un periodo di rallentamento che in Toscana è stato più pronunciato che altrove. Poi la ripresa della corsa, con il 9,0% nel 2022. 

Stabile invece l'export toscano verso la Cina, con una quota rispetto al totale che ha toccato il 3,0% tra 2009 e 2010 per poi rimanere sostanzialmente stabile.

Dalla Cina la Toscana importa prevalente macchine (29%), filati e tessuti (12%).

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E parimenti esporta soprattutto macchine (21%) e poi prodotti farmaceutici (18%).

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A livello territoriale il panorama degli scambi si differenzia. La quota di imprese manifatturiere che importano beni intermedi dalla Cina supera il 50% a Firenze, Grosseto, Prato, Poggibonsi e Lucca. Firenze, Grosseto e Prato, inoltre, sono le aree con il maggior numero di imprese che importano dalla Cina almeno il 10% degli input acquistati all’estero.

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