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Gli ultrasuoni individuano quattro stadi del Covid

Studi sul Covid-19: il dottor Soldati di Castelnuovo di Garfagnana tra gli autori di un nuovo protocollo per la diagnosi con gli ultrasuoni

Gino Soldati, direttore della struttura di Ecografia dell’ospedale di Castelnuovo di Garfagnana, è il primo firmatario di un nuovo protocollo per la diagnosi di Covid-19 con gli ultrasuoni pubblicato sul prestigioso Journal of Ultrasound in Medicine’ grazie ad uno studio condotto su un database di 60mila immagini da ultrasonografia polmonare in pazienti affetti da Coronavirus.

Lo studio “permette come di individuare 4 livelli di avanzamento patologico”, in quanto le onde sono in grado di fotografare i polmoni e di rilevarne lo stato di salute o di eventuale alterazione”.

Il protocollo è stato elaborato all’Università di Trento, che è capofila nella diagnosi a ultrasuoni ed il team è guidato per la parte tecnica da Libertario Demi, anche lui toscano, docente coordinatore del laboratorio che sviluppa strumenti diagnostici a ultrasuoni per la salute (ULTRa – Ultrasound Laboratory Trento).

I raggi X del torace non possono infatti essere effettuati su tutti i pazienti e i risultati a volte possono non essere ottimali, mentre con gli ultrasuoni si riesce a cogliere prima l’alterazione della superficie polmonare. Una possibilità particolarmente interessante riguarda, ad esempio, le donne in gravidanza, a cui è dedicato un ulteriore studio pubblicato dallo stesso gruppo di lavoro su ‘ Ultrasound in Obstetrics & Gynecology ’.

Lo stesso team negli ultimissimi giorni ha pubblicato altri due articoli che rappresentano novità rilevanti nel panorama degli studi internazionali: uno (su ‘IEEE Transactions on medical imaging’), elaborato insieme anche a studiosi di altri Paesi, sullo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale per il riconoscimento automatico dei segni di Covid; l’altro (ancora su ‘ Journal of Ultrasound in Medicine’ e con Soldati nuovamente primo firmatario) su una diagnostica attuabile in maniera semplice al letto dell’ammalato per identificare i danni che provoca il Coronavirus.

Il gruppo, dopo la pubblicazione di queste importanti ricerche, è stato contattato anche da esperti di altri Paesi, come Canada e Germania, mentre in alcuni ospedali italiani sono già state avviate sessioni di addestramento rivolte al personale sanitario per l’utilizzo di tecniche a ultrasuoni (ultrasonografia) che favoriscono, attraverso l’analisi di specifici pattern, la comprensione della gravità di un paziente e quindi l’applicazione tempestiva del trattamento migliore.

Fra gli autori del primo lavoro, oltre a Soldati, è presente un altro professionista dell’ospedale di Castelnuovo Garfagnana, Alberto Mariani . Ci sono inoltre Federico Mento (Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione, Università di Trento); Andrea Smargiassi, Riccardo Inchingolo e Danilo Buonsenso (Fondazione Policlinico Universitario Gemelli, Roma); Tiziano Perrone, Domenica Federica Briganti e Stefano Perlini (Fondazione Policlinico San Matteo, Università di Pavia); Elena Torri (Bresciamed, Brescia); Elisa Eleonora Mossolani (Ospedale generale di Voghera); Francesco Tursi (Ospedale generale di Lodi).