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Lo stop allo sci piega il turismo bianco

Secondo la stima Coldiretti con gli impianti fermi in Alta Garfagnana ci sono 30mila presenze in meno, con ripercussioni sull'indotto delle vacanze

Lo stop agli impianti sciistici e alle vacanza sulla neve vale almeno 30mila presenze nell’arco della stagione invernale nell’Alta Garfagnana: è la stima di Coldiretti Lucca che lancia l'allarme per il circuito degli operatori del turismo bianco e dell'ospitalità.

"La chiusura degli impianti di Careggine e Casone di Profecchia stanno provocando effetti sull’intero indotto delle vacanze in montagna - spiega una nota dell'associazione - dall’attività dei rifugi fino agli agriturismi già duramente colpiti dal lockdown di primavera e dall’assenza dei turisti stranieri, senza dimenticare l’ultimo periodo delle festività di Natale".

Coldiretti Lucca è preoccupata per le incertezze attorno alla riapertura degli impianti sciistici: “Per le strutture agrituristiche dell’Alta Garfagnana la prolungata chiusura delle stazioni sciistiche è un altro macigno su un’annata disastrosa che sarà ricordata come la peggiore di sempre", afferma il presidente dell'associazione Andrea Elmi.

"La neve, al di là dei disagi di questi giorni - evidenzia - è una risorsa per almeno una cinquantina di strutture agrituristiche che offrono, insieme al pernottamento, ristorazione tipica e vendita diretta. Gli impianti sono una risorsa importante. Oggi manca del tutto il loro apporto a tutto l’indotto. Ad una eventuale nuova proroga alla chiusura degli impianti devono corrispondere adeguati ristori per tutta la filiera e quindi anche per altre tipologie di imprese agricole che sono essenziali per la ristorazione tipica che caratterizza queste zone dal vino ai prodotti agricoli”.

"Attorno agli impianti sciistici di Careggine e Casone si è sviluppata una vera e propria economia della neve a dimensione famigliare e quotidiana fatta oltre che di alberghi, di seconde case e di strutture extralberghiere", sottolinea Coldiretti.